Prisma Color, una parata unica nata da un fascio di luce

Quando la Luce incontra il prisma, nasce l’arcobaleno

Personaggi in abiti grigi su alti trampoli che quasi si confondono nella folla. Creature eteree, nè uomini nè donne. La musica accompagna i loro passi cadenzati. Nonostante questo è impossibile non notarli, come un emozione in essere, una magia in divenire, i volti dei passanti si girano curiosi. Ed ecco che la musica cambia repentina, si accende come un fascio di luce e i personaggi si aprono. Colpiti dalla luce i prismi irradiano la loro intensità trasformandosi in uno stupore di colori ed ecco che nasce Prisma color, una parata unica nel suo genere.

Il progetto “Prisma Color”

” Forse lo devo al nome che mi hanno dato – racconta Lucia Paolini – di fatto sono sempre stata attratta dalla luce e dalla magia che crea. Trasformare le immagini atttraverso la luce è sempre stato una delle mie ricerche fin dall’epoca dell’accademia.”

E’ così che nasce un’idea, con anni di ricerca che ad un certo punto trovano una strada per esprimersi. Dopo innumerevoli studi, grazie anche al contributo di Katia Pepe ( Aplos custumi per lo spettacolo) è nato il progetto Prisma Color.

” Quando ho chiamato Katia ci siamo trovate subito sulla stessa lunghezza d’onda – continua a raccontare Lucia – anche lei aveva il desiderio di esplorare la via del trasformismo. Ne avevamo già parlato molte volte, ma erano rimasti discorsi lasciati a mezz’ aria. Su questo progetto non abbiamo avuto dubbi e come sempre accade, prima ancora che avessi finito di raccontarle i miei svarioni creativi, lei aveva realizzato una ricerca e un dossier del progetto. Lavorare con questa sinergia fa parte delle cose che più amo.”

Lucia cuce la maggior parte dei vestiti dell’associazione I Chicchi d’Uva ( vedi Parata Chapiteau), ma questa volta il progetto sembrava essere veramente troppo grande.

” Sembrava tutto perfetto, fino a che Katia non mi ha detto che non avrebbe potuto cucire il progetto visto che aveva appena messo alla luce un meraviglioso bambino e gli impegni di madre non le avrebbero dato il tempo per fare un lavoro così grande. Ho sempre cucito, ma non mi ero mai messa alla prova con un progetto così grande. La prima volta che ho steso la stoffa sul pavimento del salotto di mia madre per fare il primo taglio, lo ammetto, ero terrorizzata.”

Tanti i metri di stoffa, tantissimi i metri di filo e tanti i giorni di lavoro. Alzare i primi strati uniti e vedere le prime celle formarsi e poi tornare a cucire. Mentre Lucia cuciva la gonna, Katia non è stata in grado di rimanere con le mani in mano e ha iniziato a pensare al corpetto e a trasformare i prismi in realtà, plasmando la stoffa alla ricerca di tecniche alternative.

A un centinaio di km di distanza, mentre Lucia cuciva la gonna, Katia trovava soluzioni creative per il corpetto, sperimentando con tipi di stoffe diverse e luccicanti.

“L’idea di base è che l’abito chiuso fosse il più neutro possibile, però il grigio era troppo cupo. L’idea del taffetà è stata di Katia e è stata geniale. Il tessuto riflette la luce e completo risulta molto bello e elegante, perfetto per quello che stavamo cercando di fare.”

Prisma Color si compone di più personaggi e non c’è distinzione tra uomini e donne, tutti portano lo stesso tipo di gonna, quello che differenzia le due tipologie è la parte alta del corpetto. In questo caso, più che una ricerca della femminilità si è cercato proprio il senso del prisma con una tecnica nuova di cucitura

Il primo vestito ha debuttato al “Gora Fest” e è stato un’emozione indossarlo e vedere le facce delle persone. “Mimì”, il personaggio in rosso, da sola è un po’ un ibrido, ha bisogno di tutti i personaggi per creare la coreografia e l’arcobaleno, ma la grandiosità dell’idea la rende talmente spettacolare che anche come singolo personaggio è riuscita a trovare una sua identità.

” Volevo assolutamente provarlo in scena, ma ero anche preoccupata -racconta Lucia dopo la prima del personaggio – Avevo immaginato le coreografie e i movimenti dei tre personaggi uniti, la Prisma color al completo e non avevo ancora colto il vero significato di Mimì. Abituata a abiti d’impatto, mi sono resa conto subito che mi notavano, ma che non era come sempre, fino a che non ho aperto la prima volta il vestito. Non ero pronta nemmeno io all’effetto che ha avuto.”

La scelta del primo nome “Mimì” è legata a un personaggio della Bhoéme ” Tutti mi chiamamo Mimì, ma il mio nome è Lucia”. Un gioco di nomi che bene si addice a questo primo personaggio della Prisma Color.

Un progetto Work in Progress

Ad oggi Mimì viaggia da sola, ma entro la fine dell’anno saranno pronti anche gli altri due personaggi e la parata Prisma Color sarà completa. Intanto se volete Mimì al vostro evento potete scrivere direttamente un messaggio whatsapp a Lucia ( 335 5619240 ) o inviare una mail chiedendo informazioni.

PRISMA COLOR – Un’esplosione di luce


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